Roberto Paris

Roberto Paris, Il Buco Vineria

47 Bond St. NoHo

Si trasferisce a New York per vivere, perché a casa sua si sentiva soffocato, poi ha trovato “Il Buco” locale ai tempi gestito da un suo compagno di liceo e tutto cambia.

Nato negli anni ’50 nella zona di Montefalco in Umbria, studia sociologia, etnologia e si occupa di beverage. Viene da una famiglia di agricoltori, il suo sogno era di diventare un giornalista, ma avendo studiato durante gli anni di piombo non gli fu semplice, così cominciò a lavorare nella ristorazione per pagarsi gli studi anche perché nel mentre venne a mancare suo padre.

Il suo motto è “vivere vivendo belle esperienze” tra cui: la musica, l’arte e il cinema (la coincidenza vuole che la zona di Bond Street nel XIX secolo fosse una zona a luci rosse ed era frequentata da scrittori come Edgar Allan Poe e molti altri e che invece di fianco a “il buco alimentari e vineria” in Great Jones St. vi sia la casa dove visse Jean-Michel Basquiat). Il vino è sempre stato corollario del suo lavoro. Ha visitato i festival del cinema di New York e Toronto e di altri paesi in giro per il mondo. Ama la musica, soprattutto il Jazz e grazie a queste sue passioni e ai vari lavori svolti tra discoteche, locali e ristoranti affina la sua passione per il vino. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto dice, nel momento in cui nasceva in Italia la rivista Gambero Rosso che aveva tra i tanti lo scopo di sostenere i vitigni autoctoni.

Decide di trasferirsi a New York e arrivato nella grande mela, non pensa ad aprire un wine bar, ma lavora giornalmente perché vuole approfondire la conoscenza della lingua inglese, della storia del cinema e della filosofia.

Il Buco: nasce nel 1994 al 47 di Bond Street a NoHo dalla passione per l’antiquariato, per gli Sherry e i Porto. Rilevano un atelier dove si costruivano lampade e lampadari con oggetti riciclati, molti dei lampadari e del vecchio arredo sono ancora presenti all’interno del locale.

Inizialmente era un Tapas Bar, dove si poteva bere e conversare, ma ancora non era presente la cucina, la lista dei vini ne contava una cinquantina. La particolarità era che una volta consumato, si poteva comprare anche qualche complemento d’arredo, cuscini, sedie e trapunte.

Viene aggiunta la cucina e in quel momento arriva Roberto che era giunto a New York alla ricerca del suo compagno di liceo.

La sua intenzione era di rimanere a NY per 6 mesi un anno al massimo. Qui invece trova una situazione che non aveva mai visto prima, un posto dove tutte le sue passioni e conoscenze convergevano, un luogo dove potermi sentire a casa, “cozy” lo definisce, e così alla richiesta del suo amico e della sua compagna di collaborare con loro accetta. Da tapas bar passa così a ristorante, la lista dei vini ora ne conta 700 e per una consumazione il costo minimo parte da $125 a testa.

Il target dei clienti è molto alto, ci sono molte star di Hollywood, ma non quelle che amano mettersi in mostra, qui troviamo quelli che cercano la familiarità, il cibo e il vino buono; si possono trovare attori come Matt Damon e molti altri.

L’azienda adesso conta 180 dipendenti circa, 55 in Bond St. e 120 presso il Buco Vineria e alimentari in Great Jones St. ad un isolato di distanza. Questo secondo locale è definito quello della prossima generazione, al suo interno oltre che un lussuoso ristorante, vengono prodotti artigianalmente pane, pasta e gli insaccati che vengono serviti. Negli USA è vietata l’importazione di cibi soprattutto insaccati e salumi e così il chilometro zero o farm to table loro lo fanno dal 1994.

Si servono piatti rustici come: porchetta, arrosto al forno, gnocchi ai funghi, abbinati a vini di autenticità per la maggior parte italiani.

Ora gli americani sanno apprezzare l’abbinamento vino/cibo e qui hanno trovato un posto dove sentirsi a casa.

“Per avere successo non c’è bisogno di cambiare sé stessi, bisogna credere in quello che si è e avere la sicurezza che quello che si ha vale quanto quello degli altri”.