Festa del Giglio
Festa del Giglio, OLMC:
Our Lady of Mount Carmel
Nella Williamsburg italiana, a Brooklyn, i residenti della comunità attendono con ansia l’annuale Festa del Giglio che si tiene ogni luglio. Dal 1903, quando gli immigrati Nolani tennero per la prima volta la loro festa trapiantata in questo quartiere di Brooklyn, questa festa ha tentato di mantenere molte delle tradizioni del Mezzogiorno, adattandosi alla nuova cultura in America e accogliendo la pressione del cambiamento.
I Nolani, che si stabilirono in questa zona di Brooklyn intorno al 1880 – mentre l’ondata di immigrazione dell’Italia meridionale si riversava sulle coste americane – erano ansiosi di rendere omaggio al loro santo patrono, San Paolino (la Chiesa cattolica preferisce la pronuncia latina, Saint Paulinus) Tuttavia c’erano prima compiti più urgenti da portare a termine. Insieme ai loro correligionari, i residenti italiani contribuirono alla costruzione dell’originale chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo (tra North 8th Street e Union Avenue). La devozione di tutti gli italiani del sud alla Madonna è leggenda, ma la loro devozione alla Madonna Della Carmine (Nostra Signora del Monte Carmelo) è di prim’ordine. Per quanto importante fosse per queste persone la Chiesa cattolica, desideravano comunque rendere omaggio a San Paolino. È importante sottolineare che i santi appartenevano, agli occhi del contadino immigrato, più al proprio paese o al proprio villaggio, che alla chiesa istituzionale. Così, nel caso di onorare San Paolino, la responsabilità negli Stati Uniti non ricadeva sulla loro parrocchia, ma su una società di mutuo soccorso, che era stata costituita: la Società M.S. San Paolino. Il metodo preferito per adempiere a questo obbligo era organizzare una festa annuale in onore del santo in questione. Dal 1903 al 1954 la Società M.S. San Paolino si è assunto la responsabilità del funzionamento di questa festa annuale a Williamsburg, Brooklyn.
Questa festa, che si svolge a Brooklyn da oltre 100 anni, commemora un pezzo straordinario di storia dell’Italia meridionale, culminato con la canonizzazione di un ex vescovo della piccola città di Nola. Nemmeno cattolico fino al suo trentasettesimo anno, Paolino era destinato a diventare un rinomato eroe religioso di quella regione. Anche se sarebbe stato vescovo di Nola dal 409 d.C. al 431 d.C., si tratta di un presunto episodio avvenuto poco dopo la sua elevazione a vescovo, per il quale i Nolani lo tengono in grande stima.
La storia, tramandata di generazione in generazione su entrambe le sponde dell’Atlantico, narra che intorno al 410 d.C. i pirati nordafricani invasero la città di Nola. Nel caos, mons. Paolino riuscì a fuggire in campagna con alcuni bambini. Al suo ritorno, Paolino apprese da una vedova singhiozzante che molti dei giovani, compreso suo figlio, erano stati rapiti e ridotti in schiavitù. Mosso a compassione, Paolino si offrì in cambio del ragazzo e fu traghettato prigioniero dei briganti. Mentre nel Nord Africa si sparse la voce del coraggio e dell’abnegazione di Paolino e divenne nota a un certo sultano turco. Preso dal racconto dell’altruismo, il sultano intervenne, negoziando per la libertà di questo sant’uomo. Grazie agli sforzi del sultano, Paolino ed i suoi paesani furono liberati.
Felicissima del suo ritorno sano e salvo, l’intera città lo salutò portando gigli, simbolo di amore e purezza. Quel gioioso giubileo del ritorno a casa è considerato la primissima osservanza di quello che si sarebbe trasformato in un evento sacro annuale. Nel corso degli anni si sono succedute varie corporazioni di mestiere: contadino, macellaio, sarto, panettiere, fabbro, calzolai, salumieri, vinificatori. iniziarono a gareggiare per produrre la più sensazionale esposizione di gigli. Nel corso del tempo, questi display sono diventati più sgargianti.
Oggi, sebbene siano ancora chiamati gigli (gigli), si sono evoluti in enormi campanili di legno carichi di fiori, alti 82 piedi. A Nola questi gigli e una barca (la barca) vengono portati per le strade a spalla da centinaia di uomini, in ricordo del ritorno di Paolino a Nola. L’atmosfera è piuttosto competitiva e ogni gilda assume i migliori sollevatori che riesce ad assicurarsi, perché viene giudicato il trasporto dei gigli. La creatività della costruzione e dell’accompagnamento musicale viene esaminata anche dopo la fine della competizione formale, e gli uomini di Nola portano e ballano i gigli per tutta la notte.
Questa è la tradizione che è stata trapiantata a Brooklyn, New York dagli immigrati Nolani. Sarebbe stato abbracciato negli Stati Uniti da tutti quegli italiani emigrati dalle città e dai villaggi intorno a Nola. Negli anni ’50, nonostante le polemiche che suscitò nella comunità, la Chiesa Santuario di Nostra Signora del Monte Carmelo prese in mano le redini di questa importante festa. Quasi subito la chiesa abbinò alla Festa del Giglio la festa in onore della Madonna del Carmelo. Dal 1958 e dalla fusione dei due santi giorni in un’unica celebrazione (conosciuta come Festa della Cooperativa), la Festa del Giglio si celebra nel mese di luglio, con tutte le attività che portano al suo culmine il 16 luglio, il giorno della festa della Madonna del Carmelo. Da quando è nata la Festa della Cooperativa, all’interno di questa celebrazione c’è stata una giustapposizione di componenti religiose, secolari, tradizionali ed etniche.
Tradotto da: https://www.olmcfeast.com/history